Che si tratti di un impianto residenziale o di un sistema presente in ambienti commerciali, la certificazione energetica attesta che il climatizzatore è stato installato a regola d’arte e che le sue prestazioni energetiche sono conformi agli standard previsti. La certificazione è anche uno strumento utile per migliorare la classificazione energetica dell’edificio, aumentandone il valore sul mercato immobiliare e consentendo l’accesso a eventuali agevolazioni fiscali.
Oltre a essere obbligatoria in molte situazioni, la certificazione energetica del climatizzatore è anche un’opportunità per tenere sotto controllo lo stato del proprio impianto, ridurre i consumi e abbattere i costi in bolletta.
Cos’è la certificazione energetica del climatizzatore e perché è importante
La certificazione energetica del climatizzatore è un documento tecnico che serve a verificare e dichiarare la conformità dell’impianto alle normative vigenti in materia di sicurezza e rendimento energetico. Le principali normative che regolano questa obbligatorietà sono il Regolamento Europeo 517/2014 e il D.P.R. 74/2013 che delimitano tale obbligatorietà a queste fattispecie:
- nuova installazione di un impianto di climatizzazione,
- sostituzione o modifica di una macchina esistente,
- impianti con potenza termica utile nominale superiore a 12 kW (singoli o sommati).
- impianti che utilizzano gas refrigeranti a effetto serra (come l’R410A o l’R134A)
L’obiettivo è duplice: da un lato, garantire che il climatizzatore sia stato installato correttamente da un tecnico abilitato; dall’altro, assicurare che l’impianto raggiunga un determinato livello di efficienza energetica, limitando sprechi e emissioni. La mancanza della certificazione può comportare sanzioni economiche e impedimenti burocratici, ad esempio durante la compravendita o la locazione di un immobile, dove l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è richiesto per legge.
Un impianto certificato consente inoltre di accedere ad eventuali incentivi statali per l’efficienza energetica. Senza i documenti richiesti – libretto dell’impianto e rapporto di efficienza energetica – questi vantaggi non sono ottenibili. Da qui l’importanza, per chi installa un condizionatore, di affidarsi a professionisti esperti, in grado di gestire ogni fase del processo.
Come certificare un condizionatore
La certificazione energetica del climatizzatore deve essere eseguita da un tecnico abilitato iscritto all’albo, che al termine dell’installazione o dell’intervento di manutenzione rilascia due documenti fondamentali: il libretto dell’impianto e il rapporto di controllo di efficienza energetica.
Il primo è una sorta di “carta d’identità” dell’impianto, dove sono riportate tutte le caratteristiche tecniche e gli interventi effettuati nel tempo. Il secondo è un documento che attesta l’esito dei controlli e delle misurazioni effettuate in fase di collaudo. L’intero processo prevede:
- Installazione a norma: solo un tecnico abilitato può installare e avviare un impianto a norma.
- Compilazione del libretto impianto: ogni climatizzatore deve essere registrato con una propria scheda tecnica.
- Controllo e rapporto di efficienza energetica: viene misurato il rendimento dell’impianto e confrontato con i valori di riferimento.
- Registrazione presso il catasto impianti termici regionale: in molte Regioni, il condizionatore deve essere registrato per eventuali verifiche.
La frequenza dei controlli dipende dalla potenza dell’impianto: per i climatizzatori fino a 12 kW è prevista ogni 4 anni, mentre per potenze superiori si scende a 2 anni. Inoltre, alcune Regioni italiane hanno normative specifiche che impongono scadenze differenti, per questo è fondamentale rivolgersi a un’azienda che conosca il quadro normativo locale.
Se hai dubbi sulla certificazione degli impianti di climatizzazione, rivolgiti a Sester. Ai nostri clienti forniamo una consulenza completa sugli obblighi di legge e le procedure necessarie.