Cos’è il radon e come si elimina dagli edifici

3 Luglio 2023 | Impianti di trattamento dell'aria, Impianti per la qualità dell'aria, News

Se ti stai chiedendo “cos’è il radon?” è perché probabilmente ne avrai sentito parlare a proposito della qualità dell’aria indoor. Il radon, infatti, è un gas radioattivo inodore, incolore e insapore che si accumula nel sottosuolo e risale facilmente in superficie e negli edifici. Ciò lo rende molto pericoloso per la salute dell’uomo, ecco perché è necessario individuarlo e provvedere ad eliminarlo il prima possibile.

Cos’è il radon e da dove deriva

Il radon (Rn) è un elemento naturale che fa parte dei gas nobili ed è considerato altamente radioattivo perché prodotto dal decadimento nucleare del radio, che emette radiazioni e forma altri prodotti, tra cui il polonio-218 e il polonio-214, entrambi molto pericolosi.

A causa della sua natura aeriforme, il radon è in grado di spostarsi agevolmente, risalire dal sottosuolo dov’è depositato ed entrare all’interno delle abitazioni. Il radon fa parte di quella categoria di agenti inquinanti dell’aria che possono dare origine a gravi conseguenze per la salute. 

Le radiazioni alfa che rilascia, infatti, interagiscono con il DNA cellulare danneggiandolo. Per questo motivo il radon è stato inserito dall’OMS tra i 126 agenti cancerogeni per l’uomo appartenenti al gruppo 1 della classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer).

I rischi del radon per la salute dell’uomo

Il radon ha la capacità di accumularsi negli edifici in concentrazioni elevate, soprattutto in luoghi scarsamente ventilati come le cantine e i piani interrati, senza essere percepito da chi vi abita, perché è incolore, insapore e soprattutto inodore. Legandosi poi al pulviscolo presente nell’aria, viene introdotto nell’organismo mediante la respirazione.

I danni causati dal radon non sono pochi, esso si deposita nell’albero bronchiale all’interno dei polmoni rilasciando radiazioni che possono dare luogo a gravi patologie, tra cui anche il cancro.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il radon è infatti una delle principali cause di cancro al polmone, seconda solo al fumo di tabacco (la prima per i non fumatori). 

Secondo le statistiche, il radon inciderebbe nel 10% nei casi di tumore al polmone. Sembra, inoltre, che la presenza di radon in quantità medie in un’abitazione aumenti dal 3 al 14% il rischio di contrarre un cancro alle vie respiratorie.

Negli ultimi anni, in Italia sono state stimate circa 3200 vittime di cancro attribuibile all’inalazione a lungo termine di radon. Ecco perché è bene informarsi su come individuarlo ed eliminarlo.

Quali sono i metodi per eliminare il radon dagli edifici?

Il primo passo è individuare la presenza di radon negli edifici. Per farlo è necessario rivolgersi ad aziende abilitate in grado di adoperare le misurazioni opportune e verificare la presenza di gas radon, in concentrazioni oltre i limiti di legge.

Dopo l’accertamento si può intervenire in vari modi per ridurlo, facendolo fuoriuscire dall’ambiente domestico oppure impedendogli l’accesso indoor per mezzo di:

  •  aerazione forzata tramite l’installazione di impianti idonei come quelli per la ventilazione meccanica controllata (VMC) che facilitano il ricambio d’aria tra interno ed esterno, filtrandola e rendendola più salubre; oltre a ridurre la concentrazione di radon, la VMC migliora anche la qualità dell’aria in generale, riducendo la presenza di altri inquinanti, come polveri, pollini, muffe e batteri. Questo può portare a un miglioramento della salute respiratoria e a una riduzione delle allergie e dell’asma. Inoltre, un sistema di VMC ben progettato e installato può anche migliorare l’efficienza energetica di un edificio.
  • depressurizzazione del suolo, realizzando un pozzetto di raccolta del radon collegato ad un ventilatore che lo espelle;
  • pressurizzazione dell’edificio, tramite cui si aumenta la pressione interna contrastando la risalita del radon dal suolo;
  •  scelta di materiali da costruzione idonei se si sta costruendo o restaurando casa (ad esempio, è meglio evitare sienite, pietra peperino e tufo);
  • procedendo con la sigillatura delle sorgenti di radon nel suolo attraverso l’impermeabilizzazione del pavimento, l’isolamento di porte comunicanti con le cantine e delle condutture di tubi.

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